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mercoledì 12 marzo 2014

"Sulla sponda del fiume Pidra mi sono seduta e ho pianto"

Mi sono seduta e ho pianto. Narra la leggenda che tutto ciò che cade 
nell'acqua di questo fiume, le foglie, gli insetti, le piume degli uccelli, 
si trasforma nelle pietre del suo letto.
Ah, se solo potessi strapparmi il cuore dal petto e lanciarlo nella corrente, 
allora non ci sarebbero più dolore né nostalgia né ricordi.
Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto. 
Il freddo dell'inverno mi ha fatto sentire le lacrime sul viso: lacrime calde 
che si sono confuse con le acque gelate che scorrono davanti a me. 
In qualche punto, il fiume si unisce con un altro, poi con un altro ancora, 
finché, lontano dai miei occhi e dal mio cuore, tutte le acque si confondono con il mare.
Che le miei lacrime scorrano lontano, perché il mio amore non sappia mai che un giorno ho pianto per lui. Che le mie lacrime scivolino via, e solo allora dimenticherò il fiume Piedra,
il monastero, la chiesa sui Pirenei, la bruma, i cammini che abbiamo percorso insieme.
Dimenticherò le strade, le montagne e i campi dei miei sogni: sogni che mi appartenevano

 e che io non conoscevo.[..]
Sulle sponde del fiume Piedra, ho scritto questa storia. 

Le mie mani erano gelate, le gambe intorpidite dalla posizione, e io avevo bisogno di fermarmi spesso.
Forse l'amore ci fa invecchiare anzitempo e ci rende giovani quando la gioventù è passata. 

Ma come non rammentare quei momenti? Perciò ho scritto, per trasformare la tristezza in nostalgia e la solitudine in ricordi. Perché, dopo aver raccontato a me stessa questa storia, io la potessi lanciare nel fiume Piedra. Era questo l'insegnamento della donna che mi ha accolto. 
Allora, per ricordare le parole di una santa, "le acque avrebbero potuto spegnere ciò che il fuoco ha scritto".

-- "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto" di Paulo Coelho